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“NON SOLO LINGUAGGIO” Il ruolo del logopedista nei disturbi della deglutizione

Nell’immaginario comune, si pensa che il logopedista si occupi solo di disturbi del linguaggio e della comunicazione. In realtà assume un ruolo fondamentale anche in un’altra branca che è quella dei disturbi della deglutizione, questo perché la deglutizione stessa sfrutta organi e funzioni che primariamente o secondariamente hanno significato comunicativo.




Per disfagia o disturbi della deglutizione si intende qualsiasi disagio nel deglutire (sensazione soggettiva del paziente) o qualsiasi disfunzione deglutitoria obiettivamente rilevabile in maniera diretta oppure per le sue conseguenze (1). Si tratta, dunque, di un sintomo o di un segno clinico, che può comparire sia in età evolutiva che in età adulta e geriatrica, il cui esordio e la cui gravità dipendono dalla patologia di base o da altri fattori di comorbidità che possono coesistere.

In età evolutiva tale disturbo è spesso associato a disordini neuromuscolari (40% nelle PCI), a disordini cognitivi (Trisomia 21), ad anomalie anatomiche (schisi palatine, atresia esofagea) (2). Nell’età adulta e geriatrica la disfagia spesso si presenta in seguito a stroke (41,7%), a malattie neurodegenerative (63,2% nella malattia di Parkinson, 71% nella malattia del motoneurone), a malattie oncologiche del distretto cervico-cefalico (2).

Il logopedista, in team multidisciplinare, ha un ruolo cardine nella riabilitazione della disfagia, la cui gestione si basa sulla diagnosi medica e sulla terapia della malattia ritenuta responsabile del disturbo. L’obiettivo primario del trattamento riabilitativo logopedico della disfagia è il ripristino di un atto deglutitorio sicuro, efficace e funzionale (4). Dopo un’accurata valutazione clinica e strumentale, è fondamentale intraprendere un percorso riabilitativo individualizzato che si articola in 3 aree (4):

- Area generale: lavora su interazione del paziente con l’ambiente esterno, attenzione e concentrazione, controllo di capo e tronco;

- Area aspecifica: lavora attraverso stimolazioni passive e/o esercizi attivi che hanno come obiettivo il ripristino della funzionalità e della sensibilità degli organi periferici coinvolti nella deglutizione;

- Area specifica: lavora attraverso metodiche di compenso (posture e manovre che modificano il meccanismo fisiologico da applicare durante la deglutizione consentendo il transito del bolo in sicurezza, pur non eliminando la causa di base), tecniche rieducative (esercizi che migliorano i possibili deficit sensoriali e neuromuscolari), provvedimenti adattivi (utilizzo di tutto ciò che può ridurre le difficoltà dell’atto deglutitorio come ausili speciali per l’alimentazione o artifizi dietetici che modificano le caratteristiche reologiche dei cibi).



Dott.ssa Rossella Di Gioia di Studio Propsy

Per

PRoMIND-Servizi per la Salute Mentale Srls



Bibliografia

1. Shindler O., Introduzione. In Deglutologia, Omega Edizioni, 27-50, 2011

2. Genovese E. et Coll., Epidemiologia dei disturbi della deglutizione. In Deglutologia, Omega Edizioni, 299-315, 2011

3. FLI, Linee guida sulla gestione del paziente disfagico adulto in foniatria e logopedia, 2007

4. Accornero A., Travalca Cupillo B., Modificazioni dietetiche come tecnica riabilitativa. In Deglutologia, Omega Edizioni, 541-552, 2011

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